Aree di attesa

AREE DI ATTESA

Le aree di attesa sono luoghi sicuri di primo ritrovo della popolazione, che deve essere informata sull’evento e sui comportamenti da seguire. Il percorso deve essere segnalato in verde sulla cartografia, il numero e la tipologia delle aree viene individuato in funzione della capacità ricettiva e degli spazi disponibili, oltre che dal numero degli abitanti a rischio. Possono essere utilizzate piazze, parcheggi, spazi pubblici o privati ritenuti idonei e non soggetti a rischio, evitando quindi aree alluvionali ed allagabili o aree soggette al crollo di edifici. Le operazioni da eseguire per l’individuazione delle aree di attese possono essere schematizzate in 4 punti:

  1. Definizione degli scenari di evento con indicazione della distribuzione della popolazione interessata;
  2. Individuazione degli spazi sicuri dove poter indirizzare la popolazione;
  3. analisi della viabilità in sicurezza da percorrere per raggiungere le aree individuate;
  4. indicare alla popolazione la corrispondente area di attesa dove dirigersi in caso di allarme insieme al percorso sicuro da seguire per raggiungere l’area.

Quindi concretamente:

  1. a) valutare il rischio e delimitare le aree potenzialmente interessate;
  2. b) definizione delle soglie di allertamento e predisposizione delle fasi di intervento;
  3. c) codificazione di un sistema di segnalazione sonoro per indicare alla popolazione l’attivazione della fase di allerta alla quale corrisponde l’evacuazione delle zone a rischio;
  4. d) predisposizione di uno schema di evacuazione che preveda la suddivisione delle aree a rischio del territorio comunale in sottozone abbinate ad un numero congruo di aree di attesa;
  5. e) indicazione della viabilità sicura da percorrere e dei luoghi sicuri da raggiungere;
  6. f) informazione alla popolazione (per esempio mediante la realizzazione di segnaletica stradale verticale permanente da predisporre sul territorio) e predisposizione di esercitazioni.

Si potranno immediatamente escludere:

  • Su terreni di imposta di scadenti caratteristiche fisico meccaniche e strutturali;
  • Soggette a processi morfogenetici di tipo endogeno o esogeno, attivi o riattivabili;
  • Sovrastanti i terreni di copertura deformabili;
  • Ubicate su strati rocciosi, particolarmente fratturati o ammassi rocciosi le cui famiglie di fratture isolino i blocchi di roccia in condizioni di equilibrio instabile;
  • Prossime a cigli di scarpate;
  • Interessate da fenomeni carsici;
  • Poste in prossimità di faglie attive;
  • Su terreni soggetti a fenomeni di amplificazione sismica, a frane sismo-indotte ed a liquefazione;
  • Soggette a movimenti franosi attivi o riattivabili;
  • A rischio di valanghe;
  • Nelle quali siano libere di defluire le acque meteoriche dirette o provenienti da monte;
  • Nelle immediate vicinanze di affioramenti sorgentizi, di zone di ristagno o in cui la falda idrica sia prossima al piano campagna.

In riferimento alle eventuali condizioni di pericolosità antropica bisogna escludere:

  • Aree limitrofe a complessi industriali fonti di potenziale rischio chimico, biologico o di incendio;
  • Aree poste al di sotto di cavidotti aerei di trasporto di energia elettrica o sopra ad elettrodotti interrati;
  • Aree esposte a pericolo di crolli di tralicci, ciminiere, antenne, strutture pericolanti o istallazioni sopraelevate;
  • Aree poste lungo i corridoi di atterraggio o decollo di aeromobili, o in prossimità di attracchi di mezzi navali che trasportano materie infiammabili, esplodenti, tossiche o nocive;
  • Aree percorse da adduttrici principali di acquedotti o gasdotti;
  • Aree sottostanti a dighe, bacini idraulici o limitrofe a corsi d’acqua a rischio di esondazione o prospicienti a spiagge soggette a rilevanti fenomeni di marea;
  • Aree utilizzate come discariche, successivamente bonificate;
  • Aree esposte a fenomeni atmosferici particolarmente intensi;
  • Aree adiacenti a zone boschive particolarmente sensibili al rischio di incedi o di degrado;
  • Aree prossime ad impianti di depurazione o a grandi collettori di scarico in non perfetta manutenzione.

Per quanto attiene le condizioni di pericolosità derivanti da eventi franosi o instabilità di versanti occorrerà escludere aree in:

  • Presenza di fenomeni franosi o erosivi in atto;
  • Presenza di fenomeni franosi o erosivi quiescenti o inattivi;
  • Presenza di indicatori geomorfologici che rappresentino indizi di fenomeni di instabilità;
  • Presenza di caratteri fisici del territorio che rappresentino fattori predisponenti di fenomeni di instabilità, quali caratteri litologici, clivo metrici e giaciturali nonché caratteri relativi alle coperture detritiche superficiali.

In merito all’identificazione della pericolosità idraulica devono essere evitati:

  • Edifici posti al ridosso di corsi d’acqua in zone caratterizzate da correnti veloci;
  • Edifici che rappresentano locali interrati di utilizzo abituale;
  • Edifici che possono essere interessati da allagamenti;
  • Edifici suscettibili di danno grave per accumulo di materiale.

Potranno essere utilizzate per un periodo di tempo compreso tra poche ore e qualche giorno.

LE NOSTRE LINEE GUIDA

piano comunale – linee guida Associazione AMPA

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